9.27.2014

La luce

La costruzione del corpo passa il tempo a fare i nodi
ha i pezzi protesi sul mondo
le braccia e le mani
tenute insieme dieci dita per volta
una storia per ogni parte
costruisce la nave
sotto i piedi non si vede il mare
ciascuno studia i cieli
bagna solo i pensieri al sicuro ma ciascuno
ha bisogno delle acque fino agli occhi
una volta smarrito il bruciore
non hanno senso il buio
la luce

9.18.2014

requie

chiedo a te se veramente siamo qui
scrivo parole rarefatte spero nel fondale
che sia forte
e regga i panorami
meraviglia per la gioia degli occhi

dietro i quadri senza orecchio stanno i colpi inferti ripetutamente
la cartilagine resiste ai fogli delle forbici affilate
i pianti dei neonati appena fuori dal riparo
non avranno mai ritorno
non penso altro sono dentro e fuori

la pace di un qualunque panorama
è il corpo nudo tuo
che dorme

le supernove sono stelle morte
parlano dell'agonia

8.27.2014

Panoramiche asciugature bagnasciuga

Bombe bianche di crema irregolare mostri
annunciano bucce nelle ceste
palloncini senza volo 
secchi come vasche
bagni piccirilli a quattro zampe 
furie partite negli schizzi   
"Tira, tirappapà!!!" 

foto in passerella sfondo mare
facce a caso dietro il riso
quello chi è  
le palette non ci sono più
ci sta un castello ogni duecento squilli
negri colorati portano carri di fiori panni
ridono i bianchi sotto il sole sud 
vendono succhi di  ghiaccio tutte le ore 

le vecchie regine dalle retrovie
ferme dentro i quadri arravogliate di lampadari al collo 
aspettano con distacco servi e adorazioni
avanti all'acqua stanno gli amori 
dove fumano sfrontate le ragazze con le mamme uguali 
mentre maschi bavano distratti 
fanno finta  indifferentemente 
dietro lenti a specchio

tutti portano gente nelle orecchie, parlano da soli 
fanno gesti a  piacere degli spettatori 
posano insieme al mare 
sto rilassato ancora un poco torno presto a faticare

un motoscafo bianco giace storto nella sabbia
si è messo di traverso in mezzo agli occhi dei bagnanti
tutti sconvolti e pronti per il finale 
instagram 


muore la coda rotta di un'estate blu  
si muove per inerzia  

7.30.2014

Laboratorio

non usare pronomi non fare segni
i gesti si mordono le guance
non masticare non usare rumore
trova i metalli nascosti nei piatti
non dimettere il corpo da quello che sa
le mani le gambe le bocche nascoste 
muovi le orecchie ascolta gli odori guarda 
se taci e non taci 
non devi pensare
soli neanche una volta 

non sei pensiero stanotte non hai 
che le tue ossa felici le tue ossa rotte
non sei che carne tessuta paziente nei giorni 
negli anni
quando i giochi servivano a fare magie
ma le magie 
si puliscono poco per volta da tutto l'inutile 
diventano ripetizione 
e trovano infine la morte
per caso, come un passante che incontra un passante straniero 
e senza un quadro non sai cosa dire

fermo senza una luce parti da zero
ti abitui all'assenza  
e finalmente per cominciare
senti chi sei 

7.02.2014

La perduta eco dei segnali gsM

Fatti sulle giunture articolazioni non riesco a muovere la punta delle dita
mostri quanti sbagli ce ne sono troppi
Rivanga e non dimentica

serve a cadere
la cera sistemata sull'asfalto

I cani maschi seguono il calore passano sotto gli autoarticolati
attraversano la strada e i cancelli elettrici senza guardare
puntano ai garage per non avere colpi
fissano il cielo dei balconi
non sentono la luna

siamo un'onda inutile nessun telefono ci tiene
non c'è un traliccio per sentire adesso
quello che abbiamo detto
quando non avevamo campo

4.20.2014

Nottario 1

La notte funivia lascia che le parole
sulle porte dove pisciano i mentecatti
abbiano pane per i randagi
e montagne di caviale
per i gatti

comprava così la compagnia del mondo nero
alle ore che non giudicano i resti
del corpo esanime del corpo triste
che passa le autostrade al banco bar
scusando il fumo degli altri


dopo una stringa di caffè contò il suo resto
per pulirsi la coscienza e fittare una femmina di uomo

dieci minuti di silenzio
scrisse sui soldi di carta
una lettera d'addio


4.05.2014

la vuota

tempo di lancette segna labbra
un orologio a bocca
proprio qui
dove resti puntata sul muro
mi guardavi
e credevi che ci fossi